La filiera del Castagno

  • I frutti del raccolto: castagne varietà Gulpàt

Con l’obiettivo di salvaguardare il territorio, le sue valenze naturalistiche e paesaggistiche, nonché di riscoprire le tradizioni, la storia e la cultura della nostra comunità, a partire dai primi anni 2000 il Consorzio Forestale di Prata Camportaccio ha intrapreso un’azione di risanamento di alcune selve castanili secolari, situate in prossimità degli antichi nuclei abitativi di Stova all’Orlo e Stovano Superiore. Nel tempo il Consorzio ha preso parte a diversi progetti legati alla valorizzazione dei castagneti, che hanno consentito il recupero di una superficie di oltre 10 ettari. Di seguito si illustrano le principali iniziative intraprese.

Progetto AVABICAREL – Analisi e valorizzazione della biodiversità del Castagno nella Regione Lariana

Progetto AVABICAREL – Analisi e valorizzazione della biodiversità del Castagno nella Regione Lariana

Il Consorzio Forestale ha preso parte, insieme ad altre aziende agricole locali, al progetto AVABICAREL che ha come capofila il Dipartimento di Biotecnologie e Scienze della Vita dell’Università degli Studi dell’Insubria (referente Prof. Giorgio Binelli) e come partner scientifico l’Istituto per la BioEconomia del CNR di Follonica (referente Dott. Claudio Cantini). In collaborazione con la Comunità Montana della Valchiavenna, coinvolta nel progetto insieme alle comunità montane del Lario Orientale Valle di San Martino, Valsassina, Triangolo Lariano e Valli del Lario Ceresio, il personale volontario del Consorzio è stato impegnato tra il 2021 e il 2022 nell’osservazione delle caratteristiche morfologiche di foglie, fiori e frutti dei castagni delle varietà locali Bunèla e Gulpàt, oltre che nella raccolta di materiale per l’analisi genetica.

L’obiettivo del progetto è quello di determinare il grado di variabilità genetica presente nelle popolazioni locali, così da identificare in modo definitivo ed univoco le pù diffuse varietà di castagno. In questo modo sarà possibile pianificare la conservazione di queste varietà attraverso l’individuazione di piante madri con le quali andare a costruire collezioni di germoplasma. I risultati del progetto consentiranno il recupero e la conservazione del patrimonio genetico autoctono a rischio di erosione ed abbandono, anche a causa della diffusione di ibridi commerciali euroasiatici che, oltre ad essere stati veicolo del Cinipide del castagno dannoso per le varietà autoctone, producono frutti il cui unico pregio è la grossa prezzatura, ma con qualità organolettiche decisamente inferiori rispetto alle varietà locali.

Il progetto è stato finanziato dalla misura 10.2.01 “Conservazione della biodiversità animale e vegetale” del PSR 2014-2022.

Iscrizione all’Anagrafe nazionale della biodiversità di interesse agricolo e alimentare

Sempre con l’obiettivo di valorizzare il patrimonio castanicolo locale, grazie alle testimonianze e all’aiuto di alcuni soci depositari della conoscenza dei castagni locali e delle tradizioni legate alla castanicoltura, è iniziato un paziente lavoro durato alcuni anni per il riconoscimenti dei caratteri distintivi delle varietà locali: “Bunèla”, “Grussulée”, “Gulpàt”, “Vardée”, “Marrone”; i dati raccolti hanno consentito di produrre la documentazione necessaria a richiedere la loro iscrizione all'”Anagrafe nazionale della biodiversità di interesse agricolo e alimentare”.

Cure colturali e interventi di recupero delle selve castanili

I primi interventi di recupero dei castagneti risalgono agli anni 2000 e sono stati effettuati grazie alla partecipazione ai progetti di cooperazione interregionale finanziati dall’Unione Europea Interreg “I Castagneti dell’Insubria” e “Castanicolture a confronto”. Con tali fondi è stato possibile eseguire interventi di potatura in tree-climbing su oltre 200 esemplari e la pulizia del sottobosco su circa 10 ha di terreno. Le attività di cura e manutenzione delle selve castanili sono poi proseguite nel tempo. Annualmente soci e volontari si occupano della pulizia delle selve. Da alcuni anni, al fine di ridurre la percentuale di bacato, viene anche effettuato un trattamento biologico con nematodi con l’obiettivo di contrastare il verme delle castagne (Cydia splendana) e il balanino delle castagne (Curculio elephas), le cui larve si nutrono dei frutti. I soci e i volontari procedono poi alla raccolta dei frutti, selezionando già in selva quelli provenienti dalle piante innsetate. All’interno del piccolo laboratorio presente al pian terreno della sede del Consorzio Forestale avviene la lavorazione delle castagne: si procede all’eliminazione dei frutti danneggiati o bacati e alla divisione delle varietà a seconda del tipo di utilizzo che ne verrà fatto (consumo fresco, secco, molitura per produzione di farina). L’essiccazione avviene all’interno di un essiccatoio a temperatura controllata. In seguito si procede alla sbucciatura e al confezionamento oppure alla molitura con macine a pietra per la produzione di farina.

Gli interventi di valorizzazione del patrimonio castanicolo locale hanno lo scopo di valorizzare anche il paesaggio terrazzato, su cui i castagneti da frutto si sono sviluppati. Grazie ad un finanziamento ottenuto con il Bando Terrazzamenti 2020 erogato dalla Comunità Montana della Valchiavenna, nel 2021 è stato possibile recuperare un primo tratto di muro a secco in località Stova all’Orlo. Certo vi sono ancora numerosissimi tratti da recuperare, ma questo primo intervento ha voluto essere testimonianza di come in passato il paesaggio terrazzato veniva manutenuto e gestito.

A testimonianza della lavorazione passata delle castagne, in località Stova all’Orlo, sempre grazie al progetto Interreg, nel 2006, il Consorzio ha acquistato e ristrutturato una “Grèe”, edificio in cui si effettuava l’essiccazione delle castagne. Attualmente la Grèe consortile ha puramente uno scopo didattico, come anticipato le castagne vengono essiccate in ambiente controllato, ma sono ancora presenti sul territorio Grèe che nel periodo autunnale vengono attivate per l’essiccazione delle castagne.

Le selve castanili sono anche importanti per la conservazione della biodiversità tanto più che quelle consortili si trovano all’interno del Sito Natura 2000 IT2040041 “Piano di Chiavenna”. Grazie a un finanziamento ottenuto con il Bando Servizi Ambientali per i Consorzi Forestali 2023-2024 erogato dalla Provincia di Sondrio è stato possibile installare delle bat box per il monitoraggio della popolazione di chirotteri locale.

Rassegna farine di castagne d’Italia

Dal 2018 il Consorzio Forestale partecipa alla rassegna delle farine di castagne d’Italia, con l’obiettivo di migliorare il proprio prodotto, confrontandosi con realtà consolidate presenti su tutto il territorio nazionale. Nell’edizione 2022 la farina del Consorzio Forestale di Prata Camportaccio è stata selezionata dalla giuria per le sue caratteristiche di eccellenza, rappresentando anche la prima farina di castagne prodotta in Lombardia ad essere premiata in un confronto nazionale. Questo attestato è motivo di particolare orgoglio perchè riconosce il prezioso lavoro fin qui svolto, a conferma delle scelte ottimali compiute in questi anni.

PUBBLICAZIONI

Al termine dei progetti Interreg “I Castagneti dell’Insubria” e “Castanicolture a confronto” sono state prodotte alcune pubblicazioni, qui di seguito scaricabili.

Pubblicazione finale “I Castagneti dell’Insubria”

Progetto Interreg – Raccolta sperimentale 2011-2013

Le Castagne occasione per il territorio

Prova macchinari per cippatura ceppaie

Progetto Interreg – Valutazione sostenibilità economica filiera 2011-2014

Progetto Interreg – Lavorazione sperimentale 2011-2014

Le castagne in cucina – Luigi Gandola

Dispense cure del Castagneto

La castanicoltura in Valchiavenna

Castanicolture a confronto